sexta-feira, 9 de março de 2012

Sonetti lussuriosi, di Pietro Aretino

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Questi nostri sonetti fatti a cazzi,
sergenti de li culi e de le potte,
e che son fatti a culi, a cazzi, a potte,
s’assomigliano a voi, visi di cazzi.


Al men portaste lance al volto a i cazzi,
o ve ascondesti in culi e ne le potte,
poeti fatti a culi, a cazzi, a potte,

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Che se ‘l favor vi manca, o novi cazzi,
retornerete ad esser lica-potte,
com’ l più de le volte sono i cazzi.


Qui finirò il suggetto de le potte.
Per non esser nel numer di voi cazzi,
e lasciarovvi i cazzi, in culi o in potte.

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quarta-feira, 7 de março de 2012

Sonetti lussuriosi, di Pietro Aretino

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Vedute avete le reliquie tutte
dei cazzi orrendi in le potte stupende;
et avete visto far quelle faccende
allegramente a queste belle putte;

e di dietro e d'inanzi darle frutte,
e ne le bocche le lingue a vicende:
che son cose da farne le leggende,
come che di Morgante e di Margutte.

Io so ch'un gran piacer avete avuto,
a veder dare in potta e' n cul la stretta,
in modo che più non s'è fottuto.

E come spesso nel naso si getta
l'odor del pepe o quel dello starnuto,
che fanno starnutar un con gran fretta

così nella braghetta,
del fotter a l'odor corretti sete;
e toccatel' con man, se nol' credete.

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domingo, 4 de março de 2012

Sonetti lussuriosi, di Pietro Aretino

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Tu pur a gambe in collo in cul me l'hai
ficcato questo cazzo: urta, fracassa!
del letto mi ritruovo in su la cassa.
Oh, che piacer è questo che me dai!


Ritornami sul letto, che mi fai
crepar qui sotto con la testa bassa.
Dolor de' figli, merda questo passa.
Amor crudel, a che redutto me hai!


Che pensi tu di far? - Quel che ti piace.
Dammi la lingua un poco, anima mia:
assai dimanda chi ben serv'e tace.


La potta alquanto di piacer vorria,
se non tra lei e il cul non fia mai pace.
Spinge, compar, chè 'l cazzo sen va via!


Certo morta saria,
se stava un poco più aver ristoro
da te, mio ben, mio cor e mio tesoro.

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