segunda-feira, 30 de janeiro de 2012

Sonetti lussuriosi, di Pietro Aretino

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Perch'io prov'or un sì solenne cazzo
che mi rovescia l'orlo della potta,
io vorrei esser tutta quanta potta,
ma vorrei che tu fossi tutto cazzo.

Perché, s'io fossi potta e tu cazzo,
isfameria per un tratto la potta,
e tu avresti anche dalla potta
tutto il piacer che può aver un cazzo.

Ma non potendo esser tutta potta,
né tu diventar tutto di cazzo,
piglia il buon voler da questa potta.

- E voi pigliate del mio poco cazzo
la buona volontà: in giù la potta
ficcate, e io in su ficcherò il cazzo;

e di poi su il mio cazzo
lasciatevi andar tutta con la potta:
---------------e sarò cazzo, e voi sarete potta.

sábado, 28 de janeiro de 2012

Sonetti Lussuriosi, di Pietro Aretino (1492-1556)

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Posami questa gamba in su la spalla,
et levami dal cazzo anco la mano,
e quando vuoi ch'io spinga forte o piano,
piano o forte col cul sul letto balla.

E s'in cul dalla potta il cazzo falla,
dì ch'io sia un forfante e un villano,
perch'io conosco dalla vulva l'ano,
come un caval conosce una cavalla.

- La man dal cazzo no levarò io,
non io, che non vo' far questa pazzia,
e se non vuoi così, vatti con Dio.

Ch'el piacer dietro tutto tuo saria,
ma dinanzi il piacer è tuo e mio,
sicché, fotti a buon modo, o vanne via.

- Io non me n'anderia,
signora cara, da così dolce ciancia,
----------------s'io ben credess campari il Re di Francia.

quinta-feira, 26 de janeiro de 2012

Sonetti lussuriosi, di Pietro Aretino (1492-1556)

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Questo è pur un bel cazzo lungo e grosso.
Deh! se l'hai caro lasciamelo vedere
- Vogliam provare se potete tenere
questo cazzo in la potta, e me addosso.

- Come, s'io vo' provar? come, s'io posso?
Piuttosto questo che mangiare o bere!
- Ma s'io v'infrango poi, stando a giacere,
farovi mal. - Tu hai 'l pensier del Rosso,

Gettati pure in letto e nello spazzo
sopra di me, che se Marforio fosse,
o un gigante, io n'averò sollazzo,

purché mi tocchi le midolla e l'osse
con questo tuo divinissimo cazzo
che guarisce le potte dalla tosse.

- Aprite ben le cosse...
Che potrian delle donne esser vedute
--------------di voi meglio vestite, ma non fottute.
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domingo, 22 de janeiro de 2012

Sonetti Lussuriosi, di Pietro Aretino (1492-1556)

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Questo cazzo vogl'io, non un tesoro!
Questo è colui, che mi può far felice!
Questo è proprio un cazzo da Imperatrice!
Questa gemma val più ch'un pozzo d'oro

Ohimè, mio cazzo, ajutami, ch'io moro
e trova ben la foia in matrice:
in fin, un cazzo picciol si disdice,
se in potta osservar vuole il decoro.

- Padrona mia, voi dite ben il vero;
che chi ha piccol il cazzo e in potta fotte
meritera d'acqua fredda un cristero.

Chi n'ha poco, in cul fotti dì e notte:
ma chi l'ha come ch'io spietato e fiero,
sbizzarrischisi sempre colle potte.-

Gli è ver, ma noi siam ghiotte
del cazzo tanto, e tanto ci par lieto,
------------che terrem la guglia tutta drieto

terça-feira, 17 de janeiro de 2012

Sonetti Lussuriosi, di Pietro Aretino (1492-1556)

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Mettimi un dito in cul, caro vecchione,
e spinge il cazzo dentro a poco a poco;
alza ben questa gamba a far buon gioco,
poi mena senza far reputazione.

Che, per mia fé! quest'è il miglior boccone
che mangiar il pan unto appresso al foco;
e s'in potta ti spiace, muta luoco,
ch'uomo non è chi non è buggiarone.

- In potta io v'el farò per questa fiata,
in cul quest'altra, e in potta e in culo il cazzo
mi farà lieto, e voi farà beata.

E chi vuol essre gran maestro è pazzo
ch'è proprio un uccel perde giornata,
chi d'altro che di fotter ha sollazzo.

E crepi in un palazzo,
ser cortigiano, e spetti ch'il tal muoja:
--------------ch'io per me spero sol trarmi la foja.

domingo, 15 de janeiro de 2012

Sonetti lussuriosi, di Pietro Aretino (1492-1556)

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Fottiamci, anima mia, fottiamci presto
perché tutti per fotter nati siamo;
e se tu il cazzo adori, io la potta amo,
e saria il mondo un cazzo senza questo.

E se post mortem fotter fosse onesto,
direi: Tanto fottiam, che ci moiamo;
e di là fotterem Eva e Adamo,
che trovarno il morir sì disonesto.-

Veramente egli è ver, che se i furfanti
non mangiavan quel frutto traditore,
io so che si sfoiavano gli amanti.

Ma lasciam'ir le ciance, e sino al core
ficcami il cazzo, e fà che mi si schianti
l'anima, ch'in sul cazzo or nasce or muore;

e se possibil fore,
non mi tener della potta anche i coglioni,
----------------d'ogni piacer fortuni testimoni.

sexta-feira, 6 de janeiro de 2012

O ASNO

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--------------------DE ASELLO

Ad cenam sponsus ueterem inuitauit Asellum,
---------Cui nullus toto corpore sanguis erat.
Hic grandem pro se natum delegat, opusque
---------Quid factu et quali cum ratione docet.
Aulam ipsam quadam cum maiestate subintra:
---------Saepe recusato membra repone loco.
Si comedant, saltent, cantent, haec onmia. Nate,
---------Fac, ut honestatis non uideare rudis.
Cui Natus, futuant si forte, quid? id mihi manda.
---------Atque istic subito, dixit Asellus, ero.


-------------------------O ASNO

Um noivo convidou para o banquete um asno velho
---------Que já não tinha um pingo de vigor em todo o corpo.

Este envia em seu lugar um filho crescido, e ensina
---------O que ele deve fazer e de que modo:
“Entra no palácio com certa majestade:
---------Retira as patas dos lugares proibidos.

Caso eles comam, dancem, cantem, faz tudo isso, filho,
---------Para não pareceres de comportamento grosseiro.”
O filho perguntou ao velho: “Caso eles fodam, que faço?” “Avisa-me disso
---------E num instante”, disse o asno, “estarei lá”.


ANTÓNIO DE GOUVEIA (1510?-1566)

Tradução de Ricardo da Cunha Lima, na Tese de Doutoramento apresentada à Universidade de S.Paulo em Agosto de 2007, sobre o tema "A presença clássica na poesia neolatina do humanista português António de Gouveia", online.